L’‘espace’ letterario in "Stella mattutina" di Ada Negri
DOI:
https://doi.org/10.5903/al_uzh-16parole chiave:
autobiografia, Ada Negri, Johanna Drucker, espace letterario, Julia Kristeva, Bildungsromanabstract
Nel 1920 Ada Negri annuncia la pubblicazione di "Stella mattutina" con le seguenti parole: «"Stella mattutina" è la storia interiore della mia vita dai sette ai diciassette anni, in terza persona. Vi ho scolpito la figura di mia madre». Avvalendosi delle conclusioni teoriche sul semeotico formulate da Julia Kristeva in "Revolution in Poetic Language" (1984) e in "Language – the Unknown: an Initiation into Linguistics" (1989), nonché del concetto di 'espace' pittorico delineato da Johanna Drucker in "Theorizing Modernism: Visual Art and the Critical Tradition" (1994), il presente saggio intende esaminare come Negri ricostruisca la storia del nucleo familiare tutto al femminile in cui crebbe e si formò attraverso l’impiego di un originale impasto linguistico che fonde prosa e poesia. Questo peculiare stile permette alla scrittrice di sfondare i tradizionali concetti di spazio e tempo e creare un 'espace' lirico nel quale ella, da un lato, rappresenta la storia della classe operaia italiana alla fine del diciannovesimo secolo; dall’altro, rivendica il ruolo delle scrittrici nell’Italia pre-fascista, dominata dai 'diktat' di una società essenzialmente patriarcale. Inoltre si dimostra che, travalicando i confini di quello che Gregory Castle in "Reading the Modernist Bildungsroman" definisce «a genre in crisis», il concetto di un 'espace' letterario virtuale, che caratterizza la modernità e il modernismo di questo romanzo di formazione, ha la funzione di creare uno spazio ‘altro’, una patria riscoperta e, in ultima istanza, «una stanza tutta per sé» nell’opera di una scrittrice di spicco qual è Ada Negri, forse ancora non del tutto consacrata dal canone ufficiale.##submission.downloads##
pubblicato
2016-11-27
come citare
Vedovi, L. «L’‘espace’ Letterario in “Stella Mattutina” Di Ada Negri». Altrelettere, novembre 2016, pagg. 1-21, doi:10.5903/al_uzh-16.
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