Recensione a Anilda Ibrahimi, "Non c'è dolcezza", Torino, Einaudi, 2012.
DOI:
https://doi.org/10.5903/al_uzh-9parole chiave:
Anilda Ibrahimi, condizione femminile, migrazioneabstract
Si propone una recensione del romanzo "Non c'è dolcezza" (Einaudi 2012) di Anilda Ibrahimi, scrittrice di origine albanese, residente in Italia e autrice in lingua italiana.Nei suoi precedenti romanzi – "Rosso come una sposa" (Einaudi 2008) e "L'amore e gli stracci del tempo" (Einaudi 2009) – l'autrice pone l'attenzione sul conflitto balcanico e sulla storia albanese.
Uno dei temi privilegiati nella sua scrittura è la condizione femminile nel suo paese natale: nei suoi romanzi offre un'immagine anticonvenzionale di donne forti che, nonostante la cultura tendenzialmente patriarcale, rappresentano sempre i pilastri della famiglia. Ibrahimi non alimenta una visione stereotipata di donna succube, che troppo spesso i lettori italiani possiedono. L'attenzione alle questioni di genere, ai rapporti tra uomini e donne e ai condizionamenti sociali e culturali è centrale nei suoi testi.
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pubblicato
2012-09-10
come citare
Camilotti, Silvia. «Recensione a Anilda Ibrahimi, “Non c’è dolcezza”, Torino, Einaudi, 2012». Altrelettere, settembre 2012, pagg. 95-101, doi:10.5903/al_uzh-9.
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articoli
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