Recensione a Dacia Maraini, "L’amore rubato", Milano, Rizzoli, 2012
DOI:
https://doi.org/10.5903/al_uzh-15parole chiave:
violenza, corpo, stupro, orrore, orrorismo, Dacia Maraini, Adriana Cavasseroabstract
"L’amore rubato", ultima fatica letteraria di Dacia Maraini, indaga il problema della violenza di genere attraverso la sua rappresentazione letteraria. Con otto racconti brevi, la scrittrice italiana mette in scena donne e bambine vittime di violenza; una violenza perpetrata all’interno e all’esterno della famiglia, sullo sfondo di una società che appare incapace di scindere l’amore dal possesso. In questa sede, oltre che a fornire una sintesi esaustiva del testo, si propone una chiave d’interpretazione del romanzo. A partire da alcune considerazioni sul problema della rappresentazione della violenza – anche in relazione alla letteratura contemporanea, che sempre di più sembra tendere verso una rappresentazione iper-violenta della realtà – si fornirà un’interpretazione estetico-stilistica del romanzo, in particolare con l’ausilio delle considerazioni di Adriana Cavarero, che in "Orrorismo, Ovvero della violenza sull’inerme" fornisce una interessante chiave di lettura dei conflitti contemporanei. Secondo la filosofa italiana, infatti, il neologismo ('orrorismo') permette di descrivere la violenza sulla popolazione civile indifesa dal punto di vista delle vittime e non dei carnefici. Un termine che può essere applicato anche al romanzo della Maraini, e che permette di offrirne una lettura inedita in chiave estetico-stilistica: protagonista dell’"Amore rubato" è il corpo femminile, insieme attore e palcoscenico di un dramma contemporaneo iper-orrorista.##submission.downloads##
pubblicato
2013-10-03
come citare
Destefani, Sibilla. «Recensione a Dacia Maraini, “L’amore rubato”, Milano, Rizzoli, 2012». Altrelettere, ottobre 2013, pagg. 36-60, doi:10.5903/al_uzh-15.
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